Secondo il Financial Times, le più grandi aziende industriali d'Europa hanno chiesto a Bruxelles di stanziare più fondi per lo sviluppo dell'energia verde. Gli industriali le cui imprese inquinano l'ambiente affermano che non saranno in grado di passare alle tecnologie "pulite" senza ulteriori iniezioni da parte dell'UE.
Le principali società industriali europee si sono rivolte a Ursula von der Leyen, capo della Commissione europea, con una richiesta di modifica della normativa. Secondo gli industriali europei, questi emendamenti sono necessari per ottenere progressi nel passaggio all'energia verde.
La lettera è stata scritta e firmata dai capi di 22 società. Molti di loro gestiscono aziende che in qualche modo inquinano l'ambiente, ad es. il gigante del petrolio e del gas Shell, le aziende automobilistiche Volvo e Daimler, il produttore di apparecchiature Siemens, nonché le società energetiche - Iberdrola e Orsted.
Secondo gli industriali europei, "senza ulteriori investimenti da parte dell'Unione europea, l'ulteriore sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili è discutibile". L'energia pulita è necessaria ovunque, anche per uso industriale, sottolinea la lettera.
Nel prossimo futuro Bruxelles valuterà le modifiche che intende apportare alla normativa. Si prevede che contribuiranno ad attuare piani ambiziosi per raggiungere l'azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. I cambiamenti nella legislazione dell'UE prevedono regolamenti più severi sulle emissioni dei veicoli e una tassa sulle importazioni quando l'ambiente è inquinato.
Tuttavia, i rappresentanti delle società industriali considerano queste misure insufficienti. Ritengono che l'UE abbia bisogno di un approccio più ampio al problema. Gli imprenditori chiedono la rimozione degli ostacoli all'integrazione delle rinnovabili nei sistemi energetici utilizzati dalle aziende. Gli industriali intendono inoltre assicurarsi investimenti consistenti nel settore energetico da tutti i paesi dell'UE.