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Dall'inizio della settimana, il dollaro ha guadagnato circa lo 0,8%. Il "buck" è vicino a concludere il terzo aumento settimanale consecutivo.
Il rally del dollaro è stato frenato appena prima del livello di 103.
"Il mercato valutario sembra non essere particolarmente interessato ad espandere le posizioni long sul dollaro, soprattutto prima del rapporto sull'occupazione", hanno dichiarato gli esperti della National Australia Bank.
Hanno notato che il dollaro non si è rafforzato nella misura che ci si potrebbe aspettare, considerando il recente aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi.
Giovedì, il rendimento dei titoli decennali ha raggiunto il massimo di nove mesi al 4,198%, continuando a salire dopo che mercoledì il rapporto ADP ha mostrato che l'occupazione nel settore privato negli Stati Uniti è aumentata di 324.000 posti a luglio, superando di gran lunga le aspettative del mercato di 189.000.
"L'economia va meglio del previsto e il mercato del lavoro solido continua a sostenere le spese delle famiglie", hanno detto i rappresentanti dell'ADP.
Grazie a questi dati, il dollaro ha chiuso in territorio positivo per il terzo giorno consecutivo mercoledì.
Giovedì, il "buck" è salito al livello più alto in quasi un mese, superando quota 102,80.
Secondo gli strateghi di UBS, il dollaro è stato sostenuto dai dati sull'attività economica negli Stati Uniti, che hanno mostrato una maggiore resilienza dell'economia americana rispetto al resto del mondo.
Ieri, S&P Global ha riportato che a luglio l'indice PMI (indice dei responsabili degli acquisti di servizi) del paese, secondo la stima finale, è sceso a 52 punti rispetto ai 53,2 punti di giugno. Il valore dell'indicatore è rimasto invariato rispetto alla stima preliminare ed è stato il più basso dal mese di febbraio.
Tuttavia, in Gran Bretagna l'attività commerciale si è ridotta ancora di più.
L'indicatore è sceso a luglio a 50,8 punti da 52,8 punti di giugno e ha raggiunto i livelli più bassi dal mese di gennaio, sebbene sia stato leggermente rivisto al rialzo rispetto alla lettura iniziale di 50,7 punti.
"Le ultime informazioni segnalano che l'economia del Regno Unito rimarrà al massimo allo stesso livello nei prossimi mesi, poiché i costi più elevati dei prestiti stanno influenzando le spese dei consumatori e la fiducia aziendale", ha sottolineato S&P Global.
Nel frattempo, l'indice PMI finale aggregato dell'eurozona è sceso a un minimo di otto mesi a 48,6 punti a luglio rispetto ai 49,9 punti di giugno.
Il valore dell'indicatore è stato inferiore al livello di 50 punti, che separa la crescita dalla contrazione, per il secondo mese consecutivo e inferiore alla stima preliminare di 48,9 punti.
"Gli indici PMI finali dell'attività commerciale nell'eurozona hanno confermato che le condizioni economiche si sono deteriorate a luglio, con l'indice PMI che corrisponde a una leggera diminuzione del PIL regionale", hanno segnalato gli esperti di Capital Economics.
Su questo sfondo, la coppia EUR/USD è scesa giovedì ai minimi dal 7 luglio intorno a 1,0915, mentre la coppia GBP/USD è scesa a 1,2650 per la prima volta dal 30 giugno.
Successivamente, l'euro e la sterlina sono riusciti a recuperare leggermente le perdite, poiché il dollaro si è un po' ritirato dal massimo quasi mensile.
I trader sembrano aver deciso di non forzare gli eventi e di aspettare la pubblicazione del rapporto ufficiale sull'occupazione statunitense venerdì.
Di conseguenza, la coppia EUR/USD ha fatto un rimbalzo di circa 30 punti dal "fondo" delle quattro settimane e ha chiuso intorno a 1,0945, interrompendo una serie di tre giorni di perdite.
Anche la coppia GBP/USD ha mostrato un rimbalzo, salendo di oltre 50 punti dai minimi recenti e terminando le negoziazioni poco sopra 1,2700.
Mentre l'euro è riuscito a chiudere in territorio positivo, la sterlina non è riuscita a riprendersi completamente poiché gli investitori stavano valutando anche gli esiti dell'ultima riunione della Banca d'Inghilterra.
La banca centrale ha deciso di aumentare i tassi di interesse di 25 punti base.
Sebbene sia stato il 14° aumento consecutivo del tasso di interesse, è stato inferiore all'aumento di 50 punti base del mese precedente, suscitando discussioni sul fatto che la banca centrale sia vicina a concludere il ciclo di rialzo della politica monetaria.
Nel comunicato finale, la Banca d'Inghilterra ha dichiarato che sarà necessario ulteriore stringimento della politica monetaria se ci saranno prove di una maggiore sostenibilità dell'inflazione.
Durante la conferenza stampa, il capo della BoE, Andrew Bailey, si è astenuto dal commentare l'impegno della banca centrale a un ulteriore aumento dei tassi.
"È evidente che l'aumento dei tassi di interesse ha già un forte impatto sull'attività economica nel paese. Ci sono evidenze che la politica monetaria abbia un effetto restrittivo", ha dichiarato Bailey.
Il mercato monetario prevede un ulteriore aumento dei tassi nel Regno Unito di circa 30 punti base. Ciò indica che l'aumento di settembre è considerato un passo certo, mentre quello di novembre è considerato possibile.
Secondo gli economisti di Standard Chartered, la probabilità di una pausa o di una fine del ciclo di restrizione entro novembre è aumentata.
"Hanno ancora qualche passo da compiere, ma è chiaro che la Banca d'Inghilterra sta entrando nella fase finale del ciclo di restrizione", hanno osservato.
Julian Jessop, dell'Istituto di Problemi Economici con sede a Londra, ritiene che la Banca centrale sia già andata troppo lontano e avrebbe dovuto lasciare i tassi invariati.
"La crescita della massa monetaria e del credito si è già notevolmente rallentata e altri indicatori chiave dell'inflazione si sono indeboliti, inclusi i prezzi delle materie prime e i dati delle indagini d'impresa", ha detto.
Jessop paragona l'economia del Regno Unito a una rana che viene bollita lentamente a causa dei continui aumenti dei tassi di interesse.
"Aumentando la temperatura ora, la Banca d'Inghilterra rischia di fare troppo e rendersi conto dei suoi errori solo quando sarà troppo tardi", ha osservato.
Venerdì il dollaro americano si muove in un range ristretto, rimanendo al di sotto del livello di 103, mentre le coppie EUR/USD e GBP/USD vengono scambiate vicino ai livelli di chiusura del giorno precedente in attesa dei dati sull'occupazione negli Stati Uniti per luglio, che potrebbero fornire agli investitori suggerimenti sulle future azioni della Federal Reserve.
Secondo la CME Group, circa l'80% dei trader si aspetta che la banca centrale mantenga invariato il tasso chiave durante la riunione di settembre.
Secondo le previsioni, il numero di occupati nel settore non agricolo degli Stati Uniti è aumentato di 200.000 dopo la crescita di 209.000 il mese precedente.
"Gli ultimi dati ADP di mercoledì, che sono stati migliori del previsto, suggeriscono che il mercato potrebbe aver alzato le aspettative riguardo al rapporto sull'occupazione di oggi e potrebbe quindi rimanere deluso. Questo potrebbe portare al deprezzamento del dollaro come reazione iniziale", hanno dichiarato gli strateghi di Commerzbank.
"Tuttavia, a meno che i dati di oggi non siano catastroficamente negativi, è probabile che il dollaro troverà supporto grazie a una crescita economica abbastanza stabile e alla carenza di offerta sul mercato del lavoro. Naturalmente, tutto ciò fino a quando la prossima settimana non entrerà in gioco un'altra importante pubblicazione di dati, come quelli sull'inflazione di luglio", hanno aggiunto.
Gli economisti di MUFG Bank notano che la situazione attuale è simile a quella dello scorso mese, quando l'uscita di un rapporto ADP più forte del previsto ha aumentato le aspettative del mercato per un forte rapporto NFP.
"Rimaniamo comunque convinti che la Federal Reserve possa interrompere il ciclo di aumenti dei tassi a settembre. Ci vorrebbe una sorpresa significativa dal rapporto NFP di oggi per mettere in dubbio queste aspettative e rafforzare il recente impulso al rialzo del dollaro", hanno dichiarato.
Argomenti a favore di un forte rapporto sull'occupazione (NFP):
Argomenti a favore di un debole rapporto sull'occupazione:
Un report NFP migliore delle previsioni rafforzerà le aspettative di un altro aumento dei tassi da parte della Federal Reserve quest'anno, sostenendo il dollaro e costringendo l'euro e la sterlina a rimanere in ombra. Soprattutto dopo che la BCE e la Bank of England hanno adottato una posizione prudente riguardo ulteriori strette nella politica monetaria, considerando i segnali di rallentamento dell'attività economica e la pressione inflazionistica in calo.
Come scenario alternativo, le coppie EUR/USD e GBP/USD potrebbero recuperare terreno se il rapporto sull'occupazione statunitense indica un allentamento delle condizioni del mercato del lavoro. Ciò permetterebbe ai partecipanti del mercato di presumere che la politica monetaria della Federal Reserve non subirà ulteriori modifiche in futuro.
"Il supporto nell'area 1,0912-1,0833 dovrebbe reggere per poter suggerire che il recente calo dell'EUR/USD è correttivo, quindi è previsto un ritorno a 1,1152 e un nuovo test dell'area 1,1275-1,1277", affermano gli esperti di Credit Suisse.
"Una discesa al di sotto del livello 1,0833 sarebbe un segnale di un ribasso più significativo e avvertirebbe che la debolezza si estenderà verso la media mobile a 200 giorni, attualmente intorno a 1,0740", aggiungono gli esperti.
Per quanto riguarda GBP/USD, secondo gli esperti di Credit Suisse, il supporto chiave per la coppia si trova attualmente intorno al minimo di fine giugno a 1,2590.
"Sebbene questo supporto rimanga intatto al momento, una rottura indicherebbe la formazione di un massimo e aprirebbe la strada per una discesa verso il minimo di maggio nell'area tra 1,2312 e 1,2307", notano.
Superare la resistenza a 1,2762 è necessario per indebolire la pressione ribassista. Tuttavia, una rottura al di sopra di 1,2997 sarà necessaria per confermare un trend rialzista più ampio e un ritorno al massimo annuale a 1,3143 e, alla fine, all'area tra 1,3400 e 1,3414, afferma Credit Suisse.
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