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05.04.202413:35 Forex Analysis & Reviews: La BCE potrebbe precedere la Fed nella riduzione dei tassi di interesse. Perché è importante?

Queste informazioni sono fornite ai clienti al dettaglio e professionisti come parte della comunicazione di marketing. Non contiene e non deve essere interpretata come contenente consigli di investimento o raccomandazioni di investimento o un'offerta o una sollecitazione a impegnarsi in qualsiasi transazione o strategia in strumenti finanziari. Le performance passate non sono una garanzia o una previsione delle performance future. Instant Trading EU Ltd. non rilascia alcuna dichiarazione e non si assume alcuna responsabilità in merito all'accuratezza o completezza delle informazioni fornite, o qualsiasi perdita derivante da qualsiasi investimento basato su analisi, previsioni o altre informazioni fornite da un dipendente della Società o altri. Il disclaimer completo è disponibile qui.

La Banca centrale europea manda sempre più segnali accomodanti, che indicano che il regolatore inizierà a ridurre i tassi di interesse nella riunione di giugno. Gli ultimi rapporti sull'incremento dell'IPC a marzo, che riflettono un rallentamento dell'inflazione sia in Germania che nell'intera zona euro, hanno solo "cementato" tali ipotesi. Lo stesso si legge anche nel verbale della riunione di marzo della BCE.

Invece dalla Federal Reserve arrivano segnali opposti. I rappresentanti della Fed sempre più spesso esortano a non affrettarsi con un'inversione della politica monetaria, citando la persistenza dell'alta inflazione. Molti dati di inflazione negli Stati Uniti a febbraio si sono effettivamente accelerati (CPI complessivo, PPI, PCE complessivo), sostenendo così la posizione dei "falchi".

Exchange Rates 05.04.2024 analysis

In base a questa situazione informativa, si può ipotizzare che la Banca Centrale Europea inizierà a ridurre i tassi di interesse prima della Federal Reserve (cioè a giugno), considerando che i tassi di inflazione sono diminuiti in Europa più rispetto gli Stati Uniti. Nel frattempo, il regolatore americano potrebbe rinviare il primo passo verso una politica monetaria più accomodante a settembre o addirittura a dicembre.

Ovviamente, molto dipenderà dalla dinamica dei principali dati di inflazione negli Stati Uniti (il cui valore di marzo lo scopriremo la prossima settimana), ma finora la situazione si sta evolvendo proprio in questo modo. E se l'indice dei prezzi al consumo e l'indice dei prezzi alla produzione mostreranno "ostinazione" a marzo, le prospettive di giugno della Fed saranno messe fortemente in discussione. L'attenzione si sposterà gradualmente verso settembre.

Secondo i dati del CME FedWatch Tool, la probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed nella riunione di giugno è attualmente del 59%. Se i rapporti sull'inflazione della prossima settimana saranno nella zona verde, questa probabilità diminuirà approssimativamente al 40% o meno. Infatti, in questo caso, tutti gli appelli della Fed a non affrettarsi con un taglio dei tassi saranno proiettati sulla riunione di giugno e non su quella di maggio.

Tra parentesi, il "fattore maggio" giustifica la reazione così tranquilla del biglietto verde alle dichiarazioni piuttosto falchi dei rappresentanti della Fed. Più di un membro del regolatore americano, con diritto di voto (o per dovere o secondo la rotazione), ha dichiarato che un'azione prematura di allenamento potrebbe causare più danni che benefici. Questo, in modo diretto o indiretto, hanno dichiarato Jerome Powell, Christopher Waller, Raphael Bostic, Adriana Kugler. Ma nonostante tali interventi verbali quasi diretti, il dollaro ha reagito piuttosto tranquillamente. Probabilmente perché tutti gli appelli alla conservazione dello status quo da parte della Fed sono stati fatti nel contesto della riunione più vicina, i cui risultati scopriremo il 1° maggio. Ma il mercato ha già incuso tale esito nei prezzi correnti. Secondo i dati del CME FedWatch Tool, la probabilità di mantenere una posizione in attesa in questa riunione è del 99%.

Con tutto ciò, al momento, i membri della Fed non possono discutere delle prospettive della riunione di giugno in termini pratici, poiché non si sa in quale direzione si muoveranno l'inflazione e il mercato del lavoro. Prima della riunione di giugno, ci sono almeno due rapporti sull'inflazione (di marzo e di aprile, probabilmente saranno anche pubblicati i dati di maggio prima della riunione di giugno) e tre rapporti sul mercato del lavoro (incluso il NFP di oggi). È ovvio che se l'inflazione continuerà ad accelerare e il mercato del lavoro non si raffredderà, le prospettive di un taglio dei tassi a giugno inizieranno a dissiparsi.

Per quanto riguarda la BCE, qui non ci sono dubbi sul taglio dei tassi a giugno. Secondo un recente sondaggio condotto dall'agenzia Bloomberg tra gli economisti, la Banca Centrale Europea inizierà a ridurre i tassi a giugno e li ridurrà con una frequenza di una volta al trimestre, completando questo ciclo alla fine del 2025.

Da sottolineare, che i mercati stanno includendo nei prezzi una riduzione dei tassi della BCE di 90 punti base nel 2024, rispetto al taglio del tasso di riferimento di 75 punti base (ipotizzato) della Fed (a meno che la previsione puntuale non venga rivista in modo accomodante a giugno, cosa molto probabile).

Secondo gli economisti intervistati dal Financial Times, sarà "quasi impossibile" per il regolatore europeo posticipare la riduzione dei tassi da giugno a un momento successivo, dato il calo dell'inflazione e la stagnazione effettiva dell'economia della zona euro. Allo stesso tempo, la Federal Reserve non si trova sotto tale pressione: l'economia degli Stati Uniti sta crescendo più rapidamente, mentre l'inflazione si sta muovendo troppo lentamente verso il livello target.

Al momento, la decorrelazione tra le politiche della BCE e della Fed è di natura ipotetica (anche se piuttosto evidente), il che consente agli acquirenti di EUR/USD di permettersi movimenti al rialzo. Ne abbiamo visto uno questa settimana. Tuttavia, la situazione potrebbe cambiare radicalmente la prossima settimana, se si verificano due condizioni: 1) se la Banca Centrale Europea annuncerà una riduzione dei tassi a giugno in seguito alla riunione di aprile (cosa molto probabile); 2) se i dati chiave dell'inflazione negli Stati Uniti accelereranno o rimarranno ai livelli precedenti (quelli di febbraio). In tal caso, la divergenza tra la Fed e la BCE "prenderebbe una nuova piega", consentendo ai tori del dollaro di farsi nuovamente sentire.

Quindi, le posizioni long sulla coppia EUR/USD a medio termine sembrano ancora rischiose. Le oscillazioni improvvise dei prezzi verso l'alto non sono supportati da una "base fondamentale": al momento non ci sono solide basi per una crescita stabile dei prezzi. Inoltre, non si può escludere la possibilità che la prossima settimana la BCE adotti una posizione "accomodante", mentre l'inflazione negli Stati Uniti accelera nuovamente. Pertanto, al momento non è consigliabile affrettarsi con gli acquisti di EUR/USD: nelle attuali condizioni, è prudente stare al di fuori del mercato o considerare posizioni corte con un primo target a 1,0800 (la linea Tenkan-sen sul grafico giornaliero).

Eseguito da Irina Manzenko
Esperto analista di InstaForex
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