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L'inflazione annua dell'area euro si è attestata al 2,44% a marzo, la crescita dei prezzi nel settore dei servizi è scesa al 4% e anche l'inflazione core è in calo a causa del forte rallentamento della crescita alimentare al 2,7% su base annua. Secondo la BCE, l'aumento dell'inflazione core corrisponde a un aumento di poco superiore allo 0,2% su base mensile, che è ancora troppo alto per poter dichiarare il controllo sulla crescita dei prezzi, peraltro, la crescita dei salari medi resta elevata.
Con l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell'energia quasi tornato alla normalità, la cosa principale che mantiene i prezzi più alti è il settore dei servizi e l'aumento dei salari.
Allo stesso tempo, il volume delle vendite al dettaglio è in costante calo, con un calo dello 0,8% su base annua e del 3,7% su due anni. Poiché il settore dei servizi rappresenta circa il 45% del PIL totale dell'Eurozona, il calo del potere d'acquisto indica direttamente la minaccia di recessione, la cui probabilità diventa ogni mese più probabile.
Ma ci sono anche notizie positive, tra cui un aumento inaspettato del PMI, che per la prima volta da maggio ha superato i 50 punti e ha raggiunto il livello di 50,3 punti a marzo. C'è speranza per una ripresa dei consumi, ma con il calo delle vendite al dettaglio, è chiaro che tale ripresa non è in vista.
La BCE terrà una riunione questa settimana e al momento nulla indica che la Banca cambierà i suoi piani di mantenere i tassi invariati. Il mercato punta a giugno come data per il primo taglio, ma solo se l'inflazione continuerà a diminuire. Il mercato si aspetta che la BCE annunci esplicitamente l'intenzione di abbassare i tassi a giugno; in caso contrario, l'euro potrebbe scendere. Questo potrebbe essere ostacolato dall'aumento dei rischi nel mercato del petrolio, poiché un aumento dei prezzi del petrolio potrebbe provocare un nuovo aumento dell'inflazione, e molto dipenderà da come la BCE valuterà questi rischi.
Il posizionamento rialzista sull'euro sta svanendo; nel corso della settimana, come risulta dal rapporto della CFTC, la posizione lunga netta è diminuita di 2 miliardi, a 2,3 miliardi, il prezzo di liquidazione è inferiore alla media a lungo termine e si dirige verso il basso.
Qualsiasi tentativo di crescita dell'EUR/USD è considerato correttivo; la coppia è sotto pressione e la probabilità di un movimento discendente sembra notevolmente più alta. La possibile crescita è limitata dalla parte superiore del canale ribassista 1.0890/0900; il prossimo obiettivo è 1.0700/20, poi 1.0694. L'obiettivo a lungo termine è la parte inferiore del canale 1.0500/50, ma per un calo così profondo dovrebbero emergere segnali più fondamentali.
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